E’ un argomento che sento nominare spesso quando vengono mosse critiche verso il Labrador a pelo lungo

-“non è funzionale”
-“la selezione a pelo corto è la migliore, lo confermano i numeri della razza”
-“il cane a pelo lungo veniva ceduto dai canadesi perché si ghiacciava il pelo, ragione per cui già a quei tempi evinceva la superiorità del pelo corto”

 

Certamente ci mettiamo tutti meno tempo ad asciugare il pelo corto, ma non è questo il punto. Ora, prima di addentrarci nella storia moderna andiamo a fare due passi nel periodo storico che ci precede. 

I cani alla base del St John erano di origine Lusitana, tre su quattro erano dal pelo lungo o comunque folto. L’unico a pelo corto era il Cao de Castro Laboreiro. Mentre il cane che dovrebbe aver portato dentro alla razza proprio le doti acquatiche è il Cao de Agua, questo cane ha il pelo riccio o lungo e… miracolo… non annegava. Il Perro de Agua Espanol aveva le stesse doti, e le ha tutt’ora. Il Golde retriever, razza derivata direttamente dal St John a pelo lungo giallo, è tutt’oggi un cane usato nel riporto. Il Flat Coated era il cane da riporto dell’ottocento. 

-“Non è funzionale” – La funzionalità del pelo è assolutamente secondaria alla funzionalità della stazza del cane. Un cane agile a pelo lungo sarà sempre funzionale per il riporto. Il Golden Retriever e il Nova Scotia duck tolling non sono morfologicamente inadatti al lavoro di recupero in acqua. 
-“La selezione a pelo corto è la migliore, lo confermano i numeri della razza” – l’attuale numero di Labrador non è cosi superiore al numero di Golden nati in Italia. Penso che la forza del labrador stia più nella pubblicità e nel mito moderno che lo vuole come cane per tutti, che non nel pelo corto, d’altronde quanti proprietari di Labrador hanno un cane da riporto? che cambierebbe al divano se il cane ha pelo lungo o corto? il Labrador non perde meno pelo di altri cani. 
-“Il cane a pelo lungo veniva ceduto dal pescatore canadese perché si ghiacciava il pelo, ragione per cui già a quei tempi evinceva la superiorità del pelo corto” – Ogni razza canina è stata selezionata per morfologia funzionale. Certamente la situazione climatica della penisola di Terranova non è la stessa dell’Inghilterra o del resto del continente Europeo. Inoltre ci sono testimonianze dell’uso del cane a pelo lungo per il traino del legname, il che dimostra come il pelo lungo non fosse funzionale per il lavoro di pesca, ma assolutamente valido nel lavoro di traino. In Uk i primi soggetti importati dal Canada che vennero usati per il recupero della selvaggina erano soggetti a pelo lungo. 

E allora perché il pelo lungo svanisce dalla storia del Labrador, se anche questi soggetti a pelo lungo venivano chiamati Labrador? personalmente penso sia un insieme di fattori. Primariamente l’idea della razza “pura”, questo concetto affascina e seduce tutti ancora oggi. Il cane a pelo corto era promosso come un soggetto non inquinato da mix di razze che discendeva direttamente dal cane Canadese. Altro fattore da non sottovalutare, il pelo corto era molto probabilmente venduto a maggior prezzo dai pescatori, dunque possedere un pelo corto poteva essere un indicatore di status sociale, non doveva essere un cane adatto a tutti i portafogli. Immagino si fosse creata l’idea di cane esclusivo, per pochi, un cane che in origine costava di più, più raro in UK, tant’è che Malmesbury e Buccleuch dovettero unire le forze per gettare basi solide. Non vi erano numerose schiere di possessori di questi soggetti. Ambedue signori erano nobili. La famiglia Buccleuch era, già nel periodo che va dal 1800 al 1900, una delle famiglia più ricche del Regno Unito. Capite l’impatto sociale, lo status simbol che il cane a pelo corto potenzialmente rappresentava? 
Quando cerchiamo le motivazioni storiche di una razza fortemente condizionata dall’uomo siamo costretti a prendere in considerazione non soltanto fattori cinotecnici, ma anche quelli sociali, non di meno è fondamentale collocare uomini e cani all’interno del periodo storico per avere un quadro completo che ci permetta di attingere a una valutazione complessiva cosi da provare ad avere il quadro al completo.