“chi vuole vendere cosa”

Sto compiendo una ricerca per un progetto e ho voluto controllare che indagini di settore erano state fatte, primo perché i dati potevano essere interessanti, poi per capire verso che argomenti erano concentrate le attenzioni, con quale unità di misura ci valutano, quanto pesiamo. Per mia sorpresa il ministero della Agricoltura non ha ricerche in essere, almeno non le ho trovate, nemmeno il ministero della Salute. Tantomeno Enci. In compenso ho trovato due studi delle Agenzia delle Entrate, il:
* VM48U (COMMERCIO AL DETTAGLIO DI PICCOLI ANIMALI DOMESTICI)

* TM18B (COMMERCIO ALL’INGROSSO DI ANIMALI VIVI)

Chi inoltre ha censito il mondo dell’animale d’affezione in Italia?
ASSALCO – Associazione Nazionale tra le Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia.
-il mondo della veterinari
-le associazioni che accomunano i produttori di farmaci
-una associazione di aziende di cibo per animali

OTTIMO! direte voi… io un po’ meno perché i dati rilevati non sono quelli che mi aspettavo.

Dalle associazioni veterinarie e farmaceutiche mi sarei immaginata un censimento di patologie, un censimento sull’origine dei cani per poi censire le patologie e capire se ci fosse una categoria dove ci fosse una maggiore presenta di patologie. Insomma, loro curano i cani! Sono i beniamini della salute dei nostri cani… invece. Il rapporto ASSALCO 2021 apre la presentazione in pdf cosi:

Nemmeno un accenno a una eventuale radiografia dello stato di salute dei nostri cani. In compensi sappiamo che il settore della lettiera per gatti ha segnato un +4,6% e che il settore giochi ha incrementato del 14,6% il fatturato

Le mie ricerche si sono imbattute in un report estero sulla progressione di crescita stimata del mercato, si parla di un incremento nel giro d’affari del 6% fino al 2027… WOW!
La ricerca parla di un totale di fatturato di 60.2 miliardi e che entro il 2025 si aspettano un aumento che dovrebbe sfiorare i 93,1 miliardi.
Le FETTE di mercato sono le seguenti:
-36% CIBO
-27% Cure VETERINARIE
-23% Accessori
-10% Vito e alloggio
-4% acquisto di animali *****************
ed è qui che va la mia attenzione! solo il 4% di questi miliardi genera il movente per il successivo 96% di sborso…

Analizziamo il dato, se acquisti un cane spesso è un cane di razza, dico spesso perché adesso va di moda comperare i meticci… ma torniamo a noi… Il cane di razza, il cane allevato da quelli che mercificano la vita.
Interessante… bene, la ripartizione della spesa però non specifica l’origine dei cani, gatti e piccoli animali. Specifica che solo il 4% della spesa complessiva serve a acquistare questi animali.
Va fatta una precisazione: noi, allevatori, non abbiamo questa ripartizione di spesa, spendiamo assai per il cibo ma nelle realtà che conosco le spese veterinarie non sono cosi alte, certo spendiamo in interventi eccezionali ma non è la regola il 27% della nostra spesa.
Un cane ben allevato e ben seguito vede il veterinario per i vaccini, le cure antiparassitarie, controlli scheletrici (anche, gomiti, spalla, vertebre, etc) di routine e poco altro, vuol dire un centinaio di euro all’anno tolte le indagini scheletriche? indagini che vanno fatte una volta in vita? dunque, un cane BEN SELEZIONATO non è fonte di spesa per quel 27% di spese veterinarie.
Adesso andiamo a fare le pulci al cibo. I principali marchi di mangime hanno linee molto costose per molte disfunzioni… che il cane di razza non presenta nemmeno in quei allevamenti che seguono una alimentazione naturale. Io stessa ho due femmine “intolleranti” alle crocchette, se mangiano crocchette si riempiono di dermatite ma se mangiano cibo fatto in casa, su misura, no… e i miei clienti che seguono lo stesso tipo di alimentazione dicono di non avere problemi di dermatite, perfino chi la segue anche se il cane non esce dal mio allevamento… e allora?

Adesso vi mostro i parametri che usano per mappare il tipo di proprietario Italiano, insomma, a cosa fa attenzione un proprietario di GATTO o CANE.

38,8% sono le famiglie che hanno un CANE o un GATTO.
18,3% un GATTO
27,1% un CANE, a noi interessano questi.
Se guardate i parametri presi in considerazione vedete che manca l’origine del animale d’affezione.
Al corpo di esperti che ha incaricato questo censimento di settore sembra non interessare se i cani e gatti arrivano da allevamenti professionali o amatoriali, se sono nati da genitori testati, se sono stati messi in atto metodi di stimolazione sensoriale, valutazione attitudinale, progetto allevatoriale o accoppiamento fortuito. Interessa solo trasmettere la percezione che se spendete in “buon cibo”, giochi, igiene e cure veterinarie allora siete “buoni proprietari”. Un po’ come dire che mi interessa (e ti valuto positivamente) quanto spendi di meccanico ma non prendi in considerazione se hai comperato una macchina da una azienda con standard qualitativi o te la sei costruita a casa. Probabilmente se sono state seguite delle procedure collaudate per costruire l’automobile e chi ha costruito il mezzo era personale qualificato… almeno nei primi anni di vita la macchina vedrà poco il meccanico, i tagliandi… dunque si come spendete poco in manutenzione vi curate poco della vostra macchina?
Perché con il cane dovrebbe essere diverso?

Questo veloce articolo pone molte domande, più di quelle che avevo quando ho iniziato la mia ricerca.
Credo abbiate capito che non ho le risposte ma sono sicura che i focus, le attenzioni, vanno verso quanto spendete e non come stanno i vostri cani e questo mi fa sorgere una SOLA domanda:


CHI VUOLE VENDERE COSA?

Noi, cani sani, ben selezionati, condividendo con voi la cultura del cane di razza… vista la nostra esperienza positiva con i cani che compongono la nostra famiglia e ci accompagnano nel quotidiano.

Il resto del mondo “cane”, invece?

?

Vi lascio con una frase presa dal documento ASSALCO del 2020

“L’attenzione al benessere dell’animale si riscontra anche nella ricerca del confronto con i professionisti del settore, ai quali si chiedono consigli su temi quali l’alimentazione. Mentre per cani e gatti ci si confronta principalmente con il veterinario, per i piccoli mammiferi e per i pesci è il negoziante la figura alla quale si rivolge il numero maggiore di proprietari.”

NON SI PARLA MAI DELL’ALLEVATORE

Filariosi Cardiopolmonare

secondo una ricerca CARDOTEK a base di Ivermectina è più efficace per combattere la Filariosi Cardiopolmonare che non la Milbemicina di MILBEMAX o INTERCEPTOR.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/8836373/

La filariosi è una malattia parassitaria pericolosa che può colpire indistintamente cani, gatti e altri animali domestici. Potenzialmente letale, è provocata dalla filaria, un verme che prende questo nome per via della sua forma sottile e allungata, che ricorda appunto un filo.

Esistono due tipi di filaria che provocano due patologie diverse e distinte.

  1. Dirofilaria immitis: causa la cosiddetta filariosi cardiopolmonare, la forma più pericolosa. Può colpire il cane e il gatto.
  2. Dirofilaria repens: causa la filariosi sottocutanea che, pur essendo meno patogena, può dar vita alle cosiddette zoonosi, ovvero malattie trasmesse dagli animali all’uomo. 

L’infestazione da dirofilaria repens è diagnosticata dopo la rimozione chirurgica di un nodulo contenente il parassita.
La trasmissione della filariosi avviene principalmente tramite una semplice puntura di zanzara: in Europa il vettore principale della malattia è la zanzara tigre ma, in realtà, in alcuni casi anche pulci e zecche possono essere responsabili della parassitosi.

La malattia passa da un cane malato a uno sano seguendo uno schema ben preciso, che schematizziamo qui sotto:

  1. Un cane malato è un vero e proprio serbatoio della patologia: nel suo torrente circolatorio, infatti, sono presenti le cosiddette microfilarie, ovvero lo stadio larvale più piccolo del parassita: si chiamano L1
  2. Quando una zanzara punge un cane malato, le microlarve passano nell’insetto e qui la microfilaria si sviluppa fino allo stadio intermedio L3, infestante per il cane.
  3. La zanzara punge poi un cane sano e L3 viene trasmessa nel torrente circolatorio del cane punto
  4. Attraverso il sangue, L3 migra e raggiunge le arterie polmonari (i grossi vasi sanguigni vicino al cuore): qui cresce e in 3-4 mesi diventa una filaria adulta. 
  5. I parassiti in forma adulta possono sopravvivere fino a ben 7 anni e, una volta che gli esemplari maschi e femmine hanno raggiunto la maturità sessuale, si riproducono per rilasciare nel sangue le microfilarie L1. 
  6. Il ciclo ricomincia da capo e dal cane malato, le microfilarie possono raggiungere un altro cane sano attraverso un vettore (zanzara, pulce, zecca)

Il ciclo biologico appena descritto appartiene esclusivamente alla Dirofilaria immitis che, come abbiamo visto, causa la pericolosissima filariosi cardiopolmonare. La dirofilaria repens, al contrario, dopo l’infestazione resta nei tessuti connettivi sottocutanei, dove raggiunge la maturità sessuale.

Sintomi della filariosi: come si manifesta la malattia

La filariosi non è così semplice da individuare, soprattutto perché nei cani la malattia può essere asintomatica per molti anni. Eppure i sintomi riconoscibili sono molti e un po’ di attenzione da parte di chi accudisce il pet può fare la differenza.

Prima di passare all‘elenco dei sintomi della filariosi facciamo una piccola premessa: nonostante la sua denominazione, la filariosi cardiopolmonare è essenzialmente una patologia polmonare: la filaria, infatti, è in gran parte localizzata nelle arterie polmonari e il cuore viene coinvolto solo quando la malattia progredisce ed è ormai a uno stato avanzato. La sintomatologia della filariosi può insorgere gradualmente: esordisce infatti con la tosse cronica, seguita da affanno respiratorio e debolezza. Possiamo poi ritrovare altri importanti segnali nell’inappetenza, l’anoressia e la perdita di peso.

Le alterazioni infiammatorie che si creano a livello dei grossi vasi vicino al cuore possono inoltre determinare insufficienza cardiaca congestizia fino alla comparsa di edema a carico dell’addome e, talvolta, degli arti. Segni acuti della malattia possono insorgere improvvisamente, soprattutto durante la fase cronica a seguito di un grave tromboembolismo legato alla morte spontanea dei vermi: in questi casi si può manifestare sia la difficoltà respiratoria che la tosse con sangue.

Ci teniamo a tranquillizzare tutti coloro che possiedono un cane: la morte improvvisa, per fortuna, è un evento raro ma si può verificare in seguito a gravi problemi respiratori.

Se il tuo cane presenta uno o più sintomi della filariosi e abiti a Varese o provincia, rivolgiti alla Clinica Veterinaria Anicura CMV: il nostro staff sarà pronto ad aiutarti, indicandoti il piano terapeutico corretto per il tuo caso.

Prevenzione della Filariosi

Prevenire la filariosi è possibile e, con un po’ di attenzione, il tuo cane sarà al sicuro dall’eventuale sviluppo della malattia. Prima di scoprire concretamente cosa fare per tenere lontana la filaria, facciamo una piccola digressione epidemiologica sul parassita.

Sotto accusa, infatti, ci sono anche i cambiamenti climatici: l’aumento delle temperature ha come conseguenza l’incremento sia del numero sia delle specie di vettori presenti nel nostro paese. Il pericolo, in questo caso, non è solo per nostri amici a quattro zampe ma anche per gli esseri umani. All’aumentare dei vettori, infatti, si incrementa anche il rischio e l’incidenza delle malattie trasmesse dagli animali all’uomo. 

Attualmente l’ESCCAP (European Scientific Counsel Companion Animal Parasites®) considera l’Italia una zona endemica per la filariosi cardiopolmonare, benché siano presenti differenze nell’incidenza da regione a regione. In effetti la frequenza della trasmissione e della diffusione della Dirofilaria dipendono da una serie di fattori ambientali, come la temperatura, la quantità e la densità di vettori (come le zanzare) e la presenza di animali serbatoio, ovvero soggetti malati con microfilaria che rappresentano in tutto e per tutto il reservoir di infestazione. 

Non dimentichiamo, poi, che oggi gli animali si spostano molto di più rispetto al passato, sia per turismo che per le classiche staffette di adozione: il movimento di cani malati da aree endemiche e infestate (come l’Italia o la Spagna) a zone non endemiche ha avuto come conseguenza la diffusione capillare della filariosi.  

  1. Proteggere il cane dalla filaria

Come proteggere il cane dalla filaria? Il multi-approccio è il metodo che funziona di più. Sarebbe infatti sempre opportuno associare i farmaci per la profilassi della filariosi cardiopolmonare con prodotti repellenti che tengono lontani i vettori (come le zanzare) così da prevenire i pasti di sangue da parte degli insetti. 

Oggi tenere lontane le zanzare dai nostri cani è possibile. Ogni prodotto, però, ha una frequenza di applicazione diversa: diventa quindi fondamentale leggere bene il bugiardino o chiedere consiglio al veterinario. Scopriamo quali sono i principali prodotti repellenti.

  • Collari: generalmente hanno una durata d’azione più lunga ed è possibile tenerli continuativamente anche per diversi mesi; 
  • Spot on: tendenzialmente durano un mese. Devono essere applicati lontano da bagni, divaricando bene il pelo così da permettere l’assorbimento del prodotto da parte della cute: solo così si garantisce la loro efficacia. Si ricorda che è fondamentale assicurarsi in funzione del proprio pet quali sono i giusti spot on da applicare: molti prodotti per il cane, infatti, sono invece estremamente tossici nel gatto!
  • Compresse/tavolette: i prodotti per la prevenzione delle pulci e delle  zecche non garantiscono repellenza per le zanzare. 
  • Vermifughi: la somministrazione mensile di lattoni macrociclici in formulazione topica o orale durante l’intera stagione di trasmissione è efficace contro le larve L4 di Dirofilaria che si sono sviluppate nel corso dei 30 giorni precedenti il trattamento e ne prevengono lo sviluppo alla forma adulta. Diversi principi attivi, da soli o in associazione con altri parassiticidi, sono disponibili sul mercato veterinario in diverse formulazioni (compresse e pipette).

Se utilizzati ai dosaggi consigliati, nessuno è causa di effetti collaterali nei cani portatori del gene MDR1 (vedi collie, pastori australiani loro incroci e altre razze). La somministrazione mensile deve iniziare non oltre 30 giorni dall’inizio della stagione di volo dei vettori ed essere continuata fino al tardo autunno. Nell’Europa del sud, invece, il trattamento dovrebbe iniziare ad aprile e continuare fino novembre-metà dicembre.

In alternativa, una formulazione iniettabile a base di moxidectina in microcapsule è disponibile per il trattamento dei cani di età superiore ai 3 mesi. Il prodotto è in grado di fornire una protezione di 6 mesi e deve essere somministrato dal veterinario.

FONTE: ANICURA – clinica veterinaria Varese

Laboklin Labrador Pack 01 – Aggiornamento!

Tre anni fa chiesi le statistiche di incidenza delle patologie testate nel Laboklin Labrador Pack 01 e i dati non erano confortanti, ieri ho avuto l’aggiornamento che vi lascio leggere in fondo al testo, mi preme ricordare al comparto allevatoriale che avere i genitori SANI, MA NON TESTATI, NON ESCLUDE CHE LA PROLE POSSA ESSERE MALATA, o meglio sarebbe dire affetta, perché di queste CONDIZIONI non si guarisce, il DNA del cane ha un “errore di programmazione” che porterà il cucciolo a soffrire a vita della disfunzione.

Ringrazio come sempre LABOKLIN Italia per la preziosa collaborazione e la trasparenza.

Il PRA si riferisce a un gruppo di malattie che causano la degenerazione della retina dell’occhio lentamente nel tempo. Il risultato è una visione in declino e l’eventuale cecità. ” Prcd ” sta per “progressiva degenerazione del cono dell’asta” che è il tipo di PRA noto in diverse razze. (Fonte Optigen)

OSD rappresenta una sindrome ereditaria che comprende diverse combinazioni di osteocondrodisplasia e / o patologia oculare. I cambiamenti scheletrici correlati all’OSD comprendono arti accorciati, caratterizzati da deformità dei gomiti e “valgus deformities of the carpi”, displasia epifisaria, processi anoneale / coronoideo unificati e / o displasia dell’anca. L’ecografia oculare e la radiografia scheletrica possono supportare la diagnosi laddove necessario. Le complicanze oculari secondarie tra cui cataratta, ifema, glaucoma e / o distacco della retina possono essere gestite come individualmente appropriate. (Fonte Clinical Atlas of Canine and Feline Ophthalmic Disease)

La Displasia scheletrica canina 2 (SD2) è una forma lieve di nanismo sproporzionato presente in Labrador Retriever. (Fonte Animal Genetics UK)

La mielopatia degenerativa canina (DM/DM Exon2) (conosciuta anche come radiculomielopatia degenerativa cronica) è una malattia progressiva del midollo spinale nei cani anziani. La malattia ha un’insorgenza insidiosa in genere tra 7 e 14 anni. Inizia con una perdita di coordinazione (atassia) negli arti posteriori. (Fonte Laboklin)

La miopatia centronucleare (CNM) è una miopatia ereditaria naturale di Labrador Retriever risultante da una mutazione nel gene del membro A della proteina simile alla tirosina fosfatasi (PTPLA). Questa condizione è anche nota come: carenza di fibre muscolari di tipo II, distrofia muscolare autosomica recessiva e miopatia ereditaria. La malattia è ereditata in modo autosomico recessivo con entrambi i sessi che sono ugualmente colpiti. Il CNM si manifesta tipicamente in cuccioli a 2-5 mesi. (Fonte Veterinary Genetics Laboratory)

La paracheratosi nasale ereditaria (HNPK) è una malattia ereditaria autosomica recessiva in Labrador Retriever. Una mutazione dei nucleotidi T> G nel gene SUV39H2 fa seccare il naso, causando irritazione cronica e infiammazione della pelle del naso. I sintomi del disturbo compaiono generalmente intorno ai 6-12 mesi di età. (Fonte Animal Genetics UK)

La sindrome del collasso indotto dall’esercizio (EIC) nei cani si manifesta con debolezza muscolare, incoordinazione e completa perdita di controllo degli arti dopo cinque-quindici minuti di intenso esercizio. I cani che soffrono di tali condizioni sviluppano un’andatura traballante che progredisce rapidamente fino alla paralisi non dolorosa degli arti posteriori e può includere tutti e quattro gli arti. Gli episodi di collasso di solito durano per 5-10 minuti; entro 30 minuti c’è spesso una completa guarigione, ma occasionalmente tali episodi possono essere fatali. (Fonte OPTIGEN) 

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I dati sono chiari, credo che se i club di razza chiedessero queste statistiche, come ho fatto io, potrebbero individuare i test minimi per la riproduzione selezionata e fare da FARO agli allevatori della razza, indicando DOVE porre attenzione nella selezione.
Un semplice email e i laboratorio sono pronti a fornire dati anonimamente per supportare l’allevamento di qualità.

Rischi in gravidanza umana che potrebbero verificarsi nella gravidanza dei nostri cani? parliamone

Questi studi cerca di valutare l’azione del mix di sostanze chimiche pericolose, anche in basse quantità, nello sviluppo del futuro nascituro, se questa interazione, e probabile correlazione, è verificabile nell’essere umano, altrettanto potrebbe accadere nel cane, il che dovrebbe indurci a ripensare l’allevamento, non sarebbe la prima volta che il modello umano apre le porte a valutazioni nel campo cinofilo, certamente i due organismi presentano strutture diverse ma sappiamo che la placenta della mamma cane è soggetta a permeabilità e non è sbagliato domandarci se anche la fattrice e la cucciolata possono avere effetti collaterali simili se sottoposti a simili rischi, più che un campanello di allarme questo è l’ingresso a una serie d considerazioni che siamo chiamati a porci come allevatori.

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2022/02/18/rischi-per-i-bambini-esposti-a-mix-di-sostanze-chimiche-in-utero-video_5927d6d8-82c9-4549-888c-aaec1e86c04e.html

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0160412019331538

http://www.publichealthtoxicology.com/Public-health-and-public-law-issues-for-the-toxicological-risk-assessment-of-chemical,144201,0,2.html

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1241145/

Perché Corto si e Lungo no?

Serena Pavese La risposta è lunga e chiede un po’ di onestà intellettuale, le razze da caccia hanno un anche il ruolo di simbolo del potere economico e influenza politica di chi le ha ideato…
Tranquilla, ci torno sull’argomento. Partiamo sfatando un mito, il pelo corto non è più funzionale al cane che nuota in sé, non è che il cane annega con tanto pelo o nuota peggio perché si inciampa nel pelo, altrimenti che senso hanno la maggior parte delle razze che lavorano in acqua e hanno il pelo lungo/riccio?
Sono mezzi scemi i terranova, i cao de agua, i perros de agua, i golden, i flat, etc… è più funzionale per chi lo deve asciugare, questo sì. Poi dobbiamo calarci nel contesto sociale e economico della “creazione” di queste razze, i Retriever, partiamo dicendo che altre razze riportavano e anche bene, oltre a stanare o fare punta, dunque… perché il cane di riporto? torna indietro nel tempo, o il cane era la ferramenta del lavoro o il cane era un simbolo di potere… perché dare da mangiare a sto cane costava e non avevamo la Royal a smerciare crocchette a du’ spiccioli… un cane specifico per una funzione specifica, cosi specifica, era un bel biglietto da visita, quando i primi cani furono importati (fine ‘700, inizio’800) erano a pelo lungo ed erano nelle mani dei marinai che facevano la rotta UK-Canada (lo, so, non era Canada ancora ma non scendiamo troppo nei dettagli) perché erano a pelo lungo? perché abbondava quello e se vendi (i poveri pescatori Canadesi), vendi quello che ti avanza, non quello che non sai perché ti è nato ma torna comodo per il lavoro in mare, come descritto da un racconto del 1822… Apriamo una parentesi? perché il cane “Canadese” andava bene a pelo corto? Dobbiamo prendere in considerazione il clima, in quelle zone, con quel freddo NESSUN cane nuotava volentieri, se nuotava doveva, sì, non trattenere acqua e asciugarsi il prima possibile, in quelle zone se esci dall’acqua rischi che ti si formi il ghiaccio in mezzo al pelo del cane… ma i nostri attuali cani non lavorano in quelle condizioni e nemmeno UK, pure nel ‘800, aveva un clima simile, ecco perché il pelo lungo andò benissimo…
Adesso torniamo ai nostri sfigatissimi pescatori dell’inizio ottocento, loro volevano incrementare le entrate dunque questo cane “Canadese” era ottimo per cacciare all’alba e al tramonto (per questo i primi due colori allevati furono il nero e il marrone, ecco il perché dell’occhio scuro), da quello che ho letto e per deduzione logica non era un puro riportista, l’ottocentesco cane in questione trainava legname, aveva doti di guardia (si, basta leggere le cronache del tempo) e sicuramente sapeva cacciarsi qualcosa quando aveva fame, viene facile capire che per uno strato sociale non benestante era mana dal cielo, potevano incrementare le entrate anche perché continuavano a fare i marinai… prima o poi accade, qualche signore benestante vede questi cani al lavoro e siccome avanzano soldi e tempo possiamo ipotizzare che “raffinare” la razza, creandone una “a immagine e somiglianza” (passatemi la battuta) fosse troppo allettante, inizia il periodo alla corsa al cane, adesso scendi ancora nella testa di questi nobili, c’è questo cane che potrebbe riportare la selvaggina, lavoro che facevano anche altre razze perché Retriever non era un razza ma un tipo di lavoro ma non apro la parentesi adesso, e c’è una sua versione a pelo corto, rara e molto costosa, che ha il vantaggio di asciugarsi in fretta se devo farlo entrare a casa per farlo vedere a mio cugino (e per il mio cugino non scherzo perché uno dei primi allevatori di Labrador a pelo corto era il cugino del conte, ma questa è altra storia) che fai? Non lo prendi? Non ti punti a allevare un cane che nessuno ha? I pelo lungo hanno quel aspetto rozzo che facilmente si accosta alla plebe, il pelo corto è più… esclusivo, regale… sì, ok, si asciuga prima ma il cane a pelo corto trema quando risale in barca mentre il pelo lungo regge meglio lo sbalzo termico, inoltre il pelo lungo o riccio se la cava meglio nei terreno con rovi, sulla terra ferma, terreno di caccia della plebe…Adesso mi sono divertita a calcare la mano sulla binomio Nobile e plebe ma a un certo punto, e qui mentre leggi stanno passando quei 50 anni, ci troviamo con Sir Dudley Marjoribanks, in seguito diventato Baron Tweedmouth, che decide di prendere quel Wavy Coat giallo, Nous, e accoppiarlo con un Tweed Wather Spaniel (cagnetto a pelo riccio lungo, oggi estinto… ma come? Non erano inetti a lavorare con l’acqua questi cani a pelo non raso? Mah!), il nostro neo Barone (o Baronetto ma non capisco la differenza, povera me!) era un politico liberale, poi abbiamo chi ideo la razza Flat (come la conosciamo oggi) e il Kennel Club(sì, quello!) Mr. Sewallis Shirley che almeno era del partito conservatore, di nobili origini ma non IL conte/barone/duca, era il figlio della figlia del baronetto. Capisci che abbiamo dei nuovi nobili e personaggi secondari che cercano di lasciare la loro impronta con i metodi comunicativi dell’epoca… Uno si inventa una razza, l’altro raffina il cane rozzo a pelo lungo (Wavy) per trasformarlo nel Flat…. e poi in disparte abbiamo due famiglie di un certo spessore e antichità che si puntano a selezionare la variante a pelo corto. All’inizio tutte e tre le varianti erano raggruppate nella stessa sezione del libro genealogico, tant’è che si accoppiavano tra di loro, poi non sto a scendere nei dettagli ma la MIA percezione e che, a parte tutte le manfrine romantiche (che piacciono anche a me, occhio) sulla purezza (manco fossero Maria Immacolata ‘sti cani) e la prestazione in terreno da caccia, il pelo corto, L’UNICA razza da riporto a pelo corto e liscio, abbia mantenuto quell’aria di esclusività, di qualcosa per pochi scelti e che, passato il periodo del “solo per pochi e scelti” dell’inizio del ‘900, siano state concentrate le risorse nel allevare quello che tutti volevano, il mito del cane puro di Labrador e Terranova, dimenticando che il primo standard del LABRADOR parla di un pelo lungo…
Si, certo, forse avevano pasticciato troppo con il Flat rendendolo un filino schizzinoso, tipo “io su quel fango non ci vado, il mio meraviglioso pelo lungo e liscio si sciuperebbe”, altrettanto con il Golden… il Curly forse era un filino sgraziato all’epoca, non lo nego, ma di motivi concreti, papale papale, non ci sono, se il cane serve a riportare l’anatra abbattuta, che lo faccia in 3.1 nanosecondi o in qualche minuto… non è che ti si raffredda la minestra e/o perdi la parata della regina, su! La storia e le versioni della verità non sono mai puramente logiche o inattaccabili, quello che questi allevatori moderni non capiscono e che noi coltiviamo la passione di qualcuno del passato, faccio eccezione solo per le razze da lavoro che ancora oggi lavorano ma oggi se riporto con un pelo lungo o un pelo corto non è che il pelo corto mi riporta più selvaggina che poi io venderò al mercato, capisci il senso?
Non si tratta di un vantaggio alla sopravvivenza, non lo era nemmeno all’epoca della selezione di queste specifiche razze… È una lotta sterile, il pelo lungo è anche esso un concetto romantico, un gingillo del passato… solo io che non me la racconto… io sono romantica, a me piace la storia e me ne sono sempre fregata di chi ama mentire a se stesso… tutto qui…

Comportamento e dieta

Un cane incrocio maschio castrato di 7 anni è stato presentato per l’indagine su una storia di 2 anni di peggioramento dell’aggressività e cambiamenti nel comportamento. L’ematologia completa, la biochimica del siero, l’ammoniaca, il cortisolo basale, la tiroxina totale, il calcio ionizzato, i livelli di testosterone, l’analisi delle urine, la risonanza magnetica e il liquido cerebrospinale erano insignificanti. È stata tentata una prova di dieta proteica idrolizzata senza glutine. Tre settimane dopo aver cambiato la dieta, il comportamento del cane si è normalizzato e l’aggressività si è risolta. Ulteriori esami del sangue per indagare ulteriormente sulla potenziale patologia gastrointestinale non hanno mostrato segni di infiammazione o malassorbimento intestinale; tuttavia, è stata sospettata un’enteropatia proteino-disperdente lieve o precoce sulla base dell’aumento dei livelli fecali di inibitore dell’alfa1-proteinasi. Gli anticorpi anti-transglutaminasi-2 e gli anticorpi anti-gliadina sono risultati entrambi notevolmente elevati, suggerendo un’ipersensibilità al glutine. Dopo il successo della prova dietetica, il cane ha sperimentato due casi di ricaduta associati a un cambiamento nella dieta. In entrambi i casi, è stato ripreso nuovamente la dieta priva di glutine iniziale e i segni di aggressività sono cessati entro 4 giorni ogni volta. Questo case report descrive la completa risoluzione dell’aggressività e dei cambiamenti comportamentali dopo aver somministrato una dieta priva di glutine idrolizzata in un cane con una sospetta ipersensibilità al glutine sottostante non celiaca. La modifica della dieta dovrebbe essere considerata un tentativo semplice e sicuro di trattamento o gestione delle anomalie comportamentali nei cani quando sono state escluse altre cause comuni.

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S155878782030040X

Che OSSA ho in mano a 60 giorni?

Guida alla consapevolezza. Perché il mio cucciolo va educato e aiutato a non farsi male.

Le persone mi chiedono “che attività posso far fare al mio cucciolo quando lo porto a casa”, loro intendono GIOCHI, io vedo persone che non hanno capito COSA SIA UN CANE DI 60 GIORNI.

Ve lo mostro qui.

E’ UN PUZZLE!

E’ questo il motivo per il quale quando mi chiedono che attività il cane può fare io cerco di parlare delle condizioni scheletriche del cane e del SOTTOVALUTATO lavoro di far riconoscere al cane la NUOVA casa (e il NUOVO BRANCO) come la sua casa (e il suo branco).
Usate il primo mese come momento per creare le basi per un legame di fiducia.

SPERO NON ABBIATE PRESO UN CUCCIOLO PERCHé AVEVATE VOGLIA DI LANCIARE UNA PALLINA E NON AVEVATE CHI VE LA RIPORTASSE!

Ovviamente è una frase provocatoria ma spero porti le persone a riflettere sul RAPPORTO che DEVONO creare con il cane, il quale non nasce spontaneo perché siete voi che date da mangiare al piccolo. Curandovi dei suoi bisogni fisiologici e usandolo come VOSTRO svago non avrete mai un cane che vi segue, vi obbedisce, vi cerca. Non avrete mai quella sintonia da film, dunque lavorate sul creare fiducia, sul comprendere come la mente del vostro cane lavora e percepisce il mondo e date tempo a questo cane di crescere, quando le articolazioni saranno al loro posto potete iniziare la vera attività con il cane, anche giochi più vivaci, nel mentre concentratevi sull’EDUCAZIONE che, a parer mio, è una, purtroppo, SOTTOVALUTATA ma IMMENSA fonte di PREVENZIONE delle patologie articolari, insieme a una ALIMENTAZAIONE SALUTARE.

AGGIUNGIAMO ALTRE INFORMAZIONI SUL NOSTRO CUCCIOLO

Placche di crescita e ossa: sviluppo e lesioni

Piastre di crescita

Le placche di crescita sono aree morbide che si trovano alle estremità delle ossa lunghe nei cuccioli e nei cani giovani. Contengono cellule in rapida divisione che consentono alle ossa di crescere più a lungo fino alla fine della pubertà. Le placche di accrescimento si assottigliano gradualmente man mano che i cambiamenti ormonali che si avvicinano alla pubertà segnalano la chiusura delle placche di accrescimento. Nei cuccioli, questa chiusura normalmente si completa tra i 18 ei 24 mesi nei labrador.

Fino a quando le placche di crescita non si chiudono, sono morbide e vulnerabili alle lesioni. Dopo la maturità sessuale, le piastre di crescita si calcificano e la rapida divisione cellulare termina. Le placche di crescita diventano una parte stabile e inattiva dell’osso, ora nota come linea epifisaria.

Le ossa dei cani sono tenute insieme a muscoli, tendini e legamenti (tessuti molli). In un cane adulto, se un’articolazione subisce uno stress come piegarsi nel modo sbagliato o ruotare troppo, le ossa rimarranno salde e il tessuto molle verrà tirato, provocando una distorsione o una lacerazione. In un cucciolo, tuttavia, i suoi tessuti molli sono più forti delle sue piastre di crescita, quindi invece di una semplice distorsione, la sua piastra di crescita può essere ferita: i tessuti molli del cucciolo possono separare la sua piastra di crescita.

Perché questo è così importante, è che, a differenza di una distorsione, le lesioni alla piastra di crescita potrebbero non guarire correttamente o non guarire in tempo perché il cucciolo cresca dritto e forte. La lesione a una cartilagine di accrescimento può provocare un arto deforme o accorciato, che crea un angolo errato di un’articolazione con conseguenti ulteriori lesioni future quando cresce, inclusa la displasia.

Queste immagini a raggi X mostrano placche di crescita aperte e chiuse in un cucciolo e un cane adulto.

Fonte: https://www.kodalihartlabradors.com.au/care-health/exercise

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